Quattro punti di vista differenti, centinaia di aneddoti e una sola grande passione: raccontare attraverso le immagini. ParmAteneo e Capas, Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Parma, presentano “Il fotogiornalismo ai tempi di Instagram”, un workshop a ingresso libero, della durata di due giorni, che vedrà salire in cattedra importanti professionisti del settore con storie ed esperienze diverse da raccontare.

Si parte mercoledì 23 novembre, alle 10.30 in Aula Ferrari, con “Dare luce agli indifesi, fotoreportage dal mondo” a cura di Marco Gualazzini. Dopo i primi scatti con la Gazzetta di Parma, Gualazzini, fotoreporter parmigiano classe 1976, ha girato il mondo per realizzare reportage sulla microfinanza in India, sulla libertà d’espressione in Myanmar, sulla discriminazione dei cristiani in Pakistan e soprattutto sulla situazione in diverse zone di crisi dell’Africa. Tra i tanti premi l’ “Al-Jazeera International Documentary Film Festival” del 2014 per la miglior fotografia e il Getty Grant, “il Pulitzer dei fotoreporter”, del 2013.
Gualazzini attualmente scatta per New York Times, Gruppo L’Espresso e Gruppo Rcs; le sue foto sono state pubblicate su Internazionale, Io Donna, D di Repubblica, L'Espresso, CNN, M (Le Monde), Der Spiegel, The Sunday Times Magazine, Wired, Newsweek Japan, Sportweek, Paris Match, The New York Times, TIME magazine.

Sempre in Aula Ferrari, dalle 14.30, sarà invece il turno di Roberto Ricci, dal 2001 fotografo del Teatro Regio di Parma. Nato a Roma nel 1959, Ricci ha mosso i primi passi in questo mondo nel 1983, avviando lo studio fotografico Controluce e cimentandosi nel tempo in numerosi settori, compresa la pubblicità. Dal 1990 al 1995 ha collaborato con la Fondazione Arturo Toscanini, specializzandosi sulla fotografia in teatro. Dell’esperienza di Ricci intorno al palcoscenico si parlerà durante la lezione intitolata “Buio in sala, fotografare lo spettacolo dal vivo”.

Giovedì 24 novembre il workshop si sposterà in Aula K6, all’interno del Plesso Kennedy, sempre nel polo universitario di via D’Azeglio. Alle 10.30 si comincerà con “Inquadrature in movimento, la fotografia nel cinema e nel documentario”. A parlarne sarà Stefano Cattini, autore a 360° di documentari per televisione, web e festival, nato a Carpi nel 1966. Nel 2010 Cattini, che attualmente vive a Parma, è stato candidato per il miglior documentario al David di Donatello con “L’Isola dei Sordobimbi”, mentre nel 2012 ha ricevuto il premio Cinemaitaliano.info con il lungometraggio “L'ora blu”.

Restando in aula K6, dalle 14.30 l’ultima lezione, “Un’Epoca che si evolve, la ricerca fotografica”, sarà affidata a Giorgio Lotti. Nato a Milano nel 1937, Lotti ha cominciato ventenne a collaborare come free-lance per alcuni quotidiani e settimanali quali Milano Sera, La Notte, Il Mondo, Settimo giorno e Paris Match. Nel 1964 è entrato nello staff di Epoca sotto la direzione di Nando Sampietro, dove è rimasto fino al 1997, anno di chiusura del giornale. Ha lavorato fino al 2002 per Panorama, ricevendo nel frattempo numerosi premi. Negli ultimi dieci anni si è dedicato alla ricerca fotografica nel campo del colore e dell’arte. Le sue foto sono esposte in diversi musei internazionali.

Il workshop sarà inoltre l’occasione per rivolgere una “call” ai partecipanti e non solo. Durante gli incontri sarà infatti presentato “Istantanee”, il primo concorso fotografico promosso dal Capas e dedicato agli studenti dell’Ateneo, a cui sarà offerta l’opportunità di esibire i loro migliori scatti fotografici in una mostra collettiva.

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