Parma, 26 settembre 2017 - All’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, torna dal 7 ottobre all’11 novembre CSAC Inedito, programma di visite che offre la possibilità di entrare negli spazi dell’archivio attraverso percorsi solitamente non accessibili al pubblico e con guide d’eccezione, quali i curatori e il personale specializzato dell’archivio, per aprire porte e cassetti, vedere da vicino e toccare con mano opere e materiali custoditi nelle ali quattrocentesche e settecentesche dell’abbazia. CSAC Inedito è un percorso davvero esclusivo anche per il numero esiguo di partecipanti ai quali è rivolto, massimo 15 persone; la visita, della durata di due ore circa, è dedicata ogni volta a una specifica sezione e argomento. Il costo è di 10 euro, con prenotazione obbligatoria al numero 0521 607791 oppure all’indirizzo servizimuseali@csacparma.it.Programma:Sabato 7 Ottobre, ore 10.00 “Fulgens sicut stella matutina / splendente come stella del mattino" Viaggio nell’abbazia cistercense, a cura di Maria Pia Branchi Così Benedetto XII, religioso cistercense eletto papa nel 1335, introduce il testo di riforma dell’ordine. Sono gli anni in cui l’abbazia di Valserena è in costruzione. Nel luogo si è già insediata la prima comunità di monaci dal 1302 e certo sono già in uso gli ambienti per le funzioni religiose e la vita quotidiana, scandita dal ritmo delle preghiere e dal lavoro, ma la complessità della costruzione richiede tempi lunghi, denaro e la collaborazione di conversi ed operai. Quali tracce materiali restano dell’antico monastero? I visitatori verranno accompagnati all’interno delle antiche mura alla scoperta delle testimonianze architettoniche e decorative in parte ora celate dagli ampliamenti successivi e potranno immaginare la vita quotidiana e l’organizzazione della giornata, tra preghiera e lavoro, dei monaci. Sabato 14 ottobre, ore 10.00 Immaginare il Mediterraneo. Utopie e Eterotipie, a cura di Lucia Miodini In questo percorso si affrontano su un piano interdisciplinare tanto le questioni relative alla costruzione culturale del "mito" mediterraneo, quanto gli specifici casi-studio che, nel concreto delle varie esperienze progettuali e delle diverse localizzazioni territoriali, hanno determinato la formazione di un immaginario complesso e consolidato. L’idea di mediterraneità e il dibattito che ne consegue è negli anni tra le due guerre una delle caratteristiche dell’intera cultura italiana. È Carlo Enrico Rava nel 1931 a dare avvio alla polemica sulle pagine di «Domus», la rivista diretta da Gio Ponti. Sono proprio questi i protagonisti negli anni Trenta di un’interpretazioni per certi versi antitetica del mito del Mediterraneo: l’eterotipia dell’architettura italiana nei domini coloniali di Carlo Enrico Rava e l’utopia mediterranea di Ponti e Rudofsky nell’isola di Capri. Sabato 21 Ottobre, ore 10.00 L’abbazia di Valserena: settecento anni di vita, a cura di Maria Pia Branchi Il complesso monastico di Valserena si erge ancora, imponente e isolato, nella campagna immediatamente a sud di Parma, segnandone il paesaggio e attirando lo sguardo di chi percorre una delle principali e più antiche arterie stradali che attraversano il territorio verso il grande fiume. Si identifica subito come un “monumento”, testimonianza integra e immutata di un lontano passato, certo da riscoprire e visitare ma non da vivere. In realtà l’abbazia di Valserena è stata sempre, nella sua lunga vicenda storica iniziata alla fine del Duecento, intensamente abitata e vissuta e lo è ancora oggi. Nel corso del tempo sono cambiati gli abitanti, e con essi le funzioni dei vari ambienti, ma il luogo ha mantenuto la sua identità architettonica originaria, almeno in apparenza… Attraverso un percorso nei vari ambienti del complesso monastico si andranno a scoprire i “segni” dei suoi settecento anni di vita. Sabato 28 ottobre, ore 10.00 Le vie della moda tra visualità e rappresentazione, a cura di Lucia Miodini Attraverso i materiali proposti nel percorso espositivo Object trouvés. Archivi per un grande magazzino è possibile costruire un percorso di lettura sulla comunicazione della vetrine tra seduzione e evocazione. L’analisi dei materiali permette di individuare gli schemi narrativi e lo spettacolo scenico allestito nel window show. L’allestimento delle vetrine è scandito dalla stagionalità della moda e dalla successione di eventi che ritmano la vita familiare degli italiani negli anni Cinquanta e Sessanta, nel periodo, dunque, del cosiddetto boom economico. Profonda è anche la trasformazione che subisce a metà anni sessanta la rappresentazione della moda nelle riviste illustrate e nei cataloghi di vendita. Il confronto tra visualizzazione della merce e rappresentazione della moda è il tema di questo incontro. Sabato 4 novembre, ore 10.15 I volti della fotografia, a cura di Claudia Cavatorta e Paolo Barbaro Una promenade tra i materiali della Sezione Fotografia del CSAC, a partire dalla rappresentazione delle persone, dei personaggi, delle comunità. Incontreremo immagini dell'ottocento (dagherrotipi, ambrotipi, le cartes de visite di Disderi, gli album di famiglia), quando i modelli del ritratto pittorico si trasferiscono nel nuovo medium. Inizia una radicale trasformazione delle iconografie che passa attraverso l’uso sociale di queste figure. Poi si vedrà come è fatto, come funziona un archivio fotogiornalistico del Novecento. I fotografi di Publifoto (anche i cosiddetti Paparazzi) che inseguono la cronaca e costruiscono nel tempo (nello spazio dell’ archivio, anche) il volto pubblico delle "personalità". Per finire, le indagini antropologiche in senso ampio di autori come Mario Giacomelli, Franco Pinna, Paola Mattioli ed altri, tra soggettività nel tempo dell’informale e analisi dei riti, fino ai moderni riti del consumo. Sabato 11 novembre, ore 10.00 La mistica della femminilità. La donna di carta nella comunicazione di un Grande Magazzino, a cura di Lucia Miodini Che funzione hanno gli stereotipi e l’iconografia nella costruzione delle identità di genere? Molte dimensioni della nostra identità, come il genere, la nazionalità, l’etnia, la generazione, la classe sociale sono condizionate dalle immagini e dai discorsi che i media ci propongono quotidianamente. Questo comporta la necessità di interpretare e comprendere le immagini con le quali quotidianamente veniamo in contatto, dai romanzi ai film, dalle soap opera agli spot pubblicitari, ai video musicali, analizzati in una prospettiva storica. Questo incontro all’interno della rassegna CSAC inedito prevede un percorso diacronico sulle radici storiche e culturali della “mistica della femminilità”. Attraverso la comunicazione di un Grande Magazzino come Rinascente è possibile riscostruire i diversi ideali di donna e la rappresentazione dei modelli di femminilità dagli anni Trenta ai primi anni Sessanta. In particolare ci soffermeremo su un periodo storico segnato da profonde trasformazioni nella vita sociale del paese: gli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta. Un periodo di profonde modificazioni, nel settore produttivo come nelle relazioni familiari, trasformazioni che hanno conseguenze profonde sulla struttura della società e, significativamente, sulle rappresentazioni del maschile e del femminile. Stereotipi, linguaggi e ruoli legati al genere sono veicolati nelle diverse forme di mediazione simbolica elaborate dai prodotti mediali e culturali. CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione Abbazia di Valserena Strada Viazza di Paradigna, 1 (Parma) www.csacparma.itOrari dal martedì al venerdì dalle 10 alle 15 sabato e domenica dalle 10 alle 20Ingresso 10 euroRiduzioni per gruppi, giovani sotto i 18 anni, studenti, docenti e persone con disabilità. Gratuità per i bambini sotto i 12 anni.Per tutte le riduzioni e informazioni aggiornate: http://www.csacparma.it/visita/Per informazioni e prenotazioni +39 0521 607791 servizimuseali@csacparma.it Posti limitati, è vivamente consigliata la prenotazione.