Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 18 luglio 2022 – Dai nuovi metodi per la qualità e la sicurezza alla digitalizzazione e innovazione dei processi produttivi. Dalla riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni - consumi d’acqua, territori, emissioni – a nutrizione e salute. Dalla tracciabilità e dalla legislazione di settore al design e alla creatività applicati alla buona tavola. E molti altri temi e materie sui quali giovani talenti di ogni Paese potranno formarsi in Emilia-Romagna grazie a ‘Food-ER’, l’università internazionale dell’agroalimentare.

Food-ER consentirà di progettare e avviare, entro il prossimo triennio, un insieme di attività di formazione tale che possa dare ai giovani gli strumenti per lavorare e dare risposte nuove nell’agri-food, guardando alla piena sostenibilità, anche in rapporto alla scarsità di risorse globali e ai cambiamenti climatici: master di secondo livello, laurea magistrale, alta formazione dedicata alle imprese, rafforzamento dei dottorati di ricerca. E di farlo a partire dalla Food Valley regionale, comparto d’eccellenza in Italia e a livello internazionale, col record europeo di prodotti Dop e Igp, aziende e gruppi industriali noti in tutto il mondo, così come saperi e tradizioni artigianali.

Food-ER, Emilia-Romagna International Network for Education and Industrial Research on Food and Beverage’ è il network voluto dalla Regione che vede insieme in primo luogo le quattro Università regionali, i soci fondatori: di Parma – capofila del progetto -, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara.

Oggi in Regione, a Bologna, la presentazione con il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, i rettori delle Università di Parma, Paolo Andrei, Bologna, Giovanni Molari, Ferrara, Laura Ramacciotti, Modena e Reggio Emilia, Carlo Adolfo Porro. Oltre ai docenti dell’Università Cattolica di Milano, sede di Piacenza, Francesco Timpano e Marco Trevisan, e il presidente della Fondazione Its Tech&Food, Massimo Ambanelli.

Ai soci fondatori si affiancano infatti come soci aggregati l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che già fa parte della Rete di Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna; il Clust-ER Agroalimentare, che riunisce soggetti pubblici e privati, centri di ricerca, imprese, enti di formazione; imprese regionali, sia quelle leader di filiera che le piccole e medie imprese, e i cinque quartieri fieristici internazionali: Bologna Fiere, Fiere di Parma, Fiere di Rimini - Ieg, Cesena, Fiere di Piacenza.

Il progetto si avvia con lo stanziamento di 3 milioni di euro da parte della Regione. Con l’obiettivo di rendere l’Emilia-Romagna un polo di attrazione di talenti internazionali e garantire un flusso costante di alte specializzazioni necessario anche alla crescita delle filiere produttive, alla creazione di imprese innovative e start-up tecnologiche nel settore agroalimentare, alla ricerca pubblica e privata, per diventare sempre più punto di riferimento nel Paese e all’estero nell’affrontare e risolvere problematiche di grande attualità, per uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle risorse naturali.

«Facciamo nascere un hub nazionale della didattica e delle competenze in un comparto dove la nostra regione fa vincere la qualità del mondo, per attirare qui giovani che ci aiutino nella sfida della sostenibilità, della competitività delle nostre imprese e del buon lavoro - afferma Stefano Bonaccini. E ancora una volta lo facciamo come sistema regionale, mettendoci insieme: università, centri di ricerca, grandi gruppi e realtà dalle forti radici territoriali e nella tradizione. Come Regione diamo l’impulso e sosteniamo la nascita di Food-ER, ringraziando tutti i soggetti coinvolti per la risposta positiva e l’impegno nel realizzarla, a partire dai Rettori. Ripercorriamo la strada che abbiamo aperto con MUNER, la Motorvehicle University of Emilia-Romagna, che oggi richiama centinaia di ragazze e ragazzi da tutto il mondo coi suoi corsi di laurea internazionali in ingegneria nell’automotive, e non è un caso se proprio dalle loro facoltà arrivano già risposte innovative su motori ecologici e veicoli moderni. Allo stesso modo- chiude il presidente della Regione- vogliamo che anche dalla Food Valley arrivi una nuova spinta su ricerca e innovazione in un comparto così importante come quello agroalimentare, che serva al nostro territorio e al Paese».

«In ambito “food” la Regione Emilia-Romagna ha uno dei suoi assi portanti ed è punto di riferimento non solo nazionale, forte delle fruttuose sinergie con un tessuto territoriale a decisa vocazione agroalimentare – spiega il Rettore Paolo Andrei. Food-ER è una grande opportunità e una grande occasione di crescita per per tutti gli Atenei della Regione: l’occasione di costruire insieme e mettere a sistema proposte e offerte nuove, in una prospettiva internazionale, con un orizzonte di riferimento che va ben oltre la nostra Regione. L’Università di Parma, nel suo ruolo di capofila, è pronta a mettere in campo tutte le proprie competenze, convinta che anche questa volta il gioco di squadra regionale possa portare a grandi risultati». 

«Con questa iniziativa - sottolinea l’assessore Vincenzo Colla - puntiamo a formare un nuovo gruppo di esperti e manager che abbiano cultura e caratura internazionale, ma anche grande conoscenza del patrimonio enogastronomico e produttivo identitario dei nostri territori. Cogliendo le nuove sfide green, dalla terra alla tavola, cui bisogna dare risposta. Food-ER è una straordinaria novità nel panorama italiano e non a caso nasce proprio in Emilia-Romagna. Una grande occasione per qualificare ulteriormente il nostro sistema delle competenze e mettere nuovi talenti a disposizione delle nostre filiere produttive per mantenerle nell'eccellenza certificata, tracciata e salvaguardata. Creando in questo modo nuova occupazione di qualità».

I nuovi percorsi curriculari valorizzeranno le specializzazioni e le competenze espresse dai singoli territori, dalle Università e dalle imprese del settore.

Il progetto
Food-ER prevede lo sviluppo di un programma internazionale di alta formazioneinter-ateneo, con una forte integrazione con il sistema industriale, un’offerta formativa riconoscibile ed inclusiva e il rilascio di titoli congiunti. L’offerta formativa attivata comprenderà: master di II livello, una laurea magistrale, alta formazione dedicata alle imprese, dottorati di ricerca rafforzati e coordinati. Sarà condivisa e realizzata esclusivamente in lingua inglese secondo un sistema di formazione “diffusa”, ossia costituito da diversi “pacchetti tematici” che potranno essere scelti dagli studenti al fine di completare il percorso di studio in maniera personalizzata e sulla base di specifiche esigenze. Il percorso progettato sarà sviluppato in connessione con le attività di ricerca, promuovendo e supportando la collaborazione tra i gruppi e le infrastrutture per la ricerca, facilitando le interazioni con i partner industriali e di ricerca nazionali ed internazionali.

Le risorse saranno concentrate su progetti strategici che rispondano alle sfide globali del settore e alle esigenze delle imprese, anche acquisendo nuove risorse pubbliche e private. Il coinvolgimento delle imprese emiliano-romagnole nel progetto Food-ER permetterà di costruire un network di partner del settore che siano disposti a mettere in rete i loro impianti pilota a favore dello sviluppo delle competenze e di nuove tecnologie. Una volta a regime, Food-ER darà vita ad un incubatore/acceleratore verticale regionale caratterizzato da una forte connessione tra start up e tessuto industriale partner del progetto in un’ottica di collaborazione e Open Innovation.

Le materie sviluppate da Food-ER
Food-ER è coerente con la Strategia di specializzazione intelligente S3 e si baserà non solo sui tre pilastri della produzione alimentare declinati a Expo Milano - Sustainability, Security, Safety - ma integrerà in modo sinergico altri aspetti del sistema alimentare peculiari dell’Emilia-Romagna quali corretti stili di vita, wellness e turismo eno-gastronomico.

Questo permetterà di sviluppare in maniera armonica le competenze su diversi settori:

  • Acquacoltura e valorizzazione dei prodotti della pesca
  • Acque minerali e bevande analcoliche
  • Alimentazione, stili di vita e benessere
  • Alimenti funzionali, nutrizione e salute
  • Aromi negli alimenti: origine, analisi, aromatizzazione
  • Comunicazione e educazione in campo alimentare
  • Conservazione delle biorisorse microbiche di interesse alimentare
  • Contrasto dello spreco alimentare
  • Controllo delle specie infestanti in allevamenti zootecnici e in ambito agroalimentare
  • Digitalizzazione dei sistemi alimentari
  • Enologia
  • Fonti alternative per l’ingredientistica
  • Food design
  • Food Innovation
  • Formulazione di prodotti funzionali e per specifiche categorie di consumatori
  • Gestione della qualità nelle industrie alimentari: sistemi cogenti e volontari
  • Identificazione dei driver dell’innovazione
  • Industria del malto, della birra e dell’alcol
  • Legislazione alimentare
  • Macchine e impianti per l’industria agroalimentare
  • Microbiologia degli alimenti e microrganismi di interesse industriale
  • Miglioramento delle conoscenze e delle procedure di definizione della shelf-life primaria e secondaria degli aliment
  • Nutrizione e salute
  • Nuovi metodi per la qualità e sicurezza degli alimenti
  • Ottimizzazione e innovazione di processo/prodotto
  • Packagingattivo e intelligente
  • Processi bio-tecnologici innovativi e sostenibili per il miglioramento di funzionalità, salubrità, sostenibilità e qualità sensoriale dei prodotti alimentari
  • Progettazione sostenibile del packaging alimentare
  • Promozione della Dieta Mediterranea
  • Protezione delle derrate alimentari da artropodi e roditori
  • Qualità e sanità delle materie prime animali e vegetali
  • Qualità, sicurezza e tipicità degli alimenti
  • Sostenibilità sociale (produzione equa e solidale)
  • Tecnologie a basso impatto
  • Tracciabilità e sistemi per la rintracciabilità
  • Trasformazione di prodotti animali e vegetali con metodi tradizionali ed innovativi
  • Valorizzazione di sottoprodotti, scarti dell'industria agroalimentare, della pesca e fonti proteiche alternative
  • Valutazione dell’efficacia di prodotti per la bio-sanificazione
  • Zero impact - Riduzione dell’impatto ambientale dalla produzione agricola a industriale – consumi di acqua, territorio, emissioni.
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