Lo studente prima di tutto. E il territorio non come semplice “cornice” ma come contesto attivo e stimolante con cui interagire in una sinergia virtuosa: un contesto sociale, culturale ed economico con cui lavorare e costruire progetti. Sono i due “punti chiave” dell’azione della nuova governance dell’Università di Parma, avviata poco più di due anni fa con l’insediamento del Rettore Loris Borghi e del suo staff.Oggi nella sede dell’Ateneo lo stesso Rettore Loris Borghi e il Direttore generale Silvana Ablondi hanno presentato un primo bilancio di mandato: una rendicontazione del lavoro svolto nell’arco dei primi due anni del “nuovo corso”, raccolto in un report significativamente intitolato “La rifondazione dell’Ateneo di Parma”.Studenti e territorio, dunque. Ma non solo. La parole chiave su cui fin dall’inizio si è scelto di lavorare sono state anche altre: innovazione, qualità dei servizi, comunicazione e ascolto, potenziamento della ricerca, ammodernamento dei corsi di studio, riqualificazione e personalizzazione degli spazi, internazionalizzazione. Chiaro l’obiettivo che ci si è posti: un netto miglioramento della performance dell’Ateneo nel panorama nazionale e internazionale.Ora, tirando le fila dell’attività svolta, per il Rettore Loris Borghi “grazie all’impegno di tutti” quell’obiettivo è stato senz’altro raggiunto:“Il vecchio Ateneo non esiste più. Due anni fa è nato un nuovo Ateneo”, ha spiegato il Rettore nel corso del suo intervento.Nel complesso circa 800 le azioni e i progetti realizzati nei primi due anni di mandato. Una gran mole di lavoro articolata in 22 ambiti: dalla governance al benessere di studenti e personale, dalla ricerca al trasferimento tecnologico, dalle risorse umane al bilancio, dalla sanità all’internazionalizzazione, dalla semplificazione al rapporto con il territorio, dalla trasparenza alla sicurezza e all’informatizzazione e dematerializzazione.Per ognuno dei 22 ambiti, decine di realizzazioni hanno cominciato a disegnare un’Università nuova, vitale, aperta e al passo con i tempi. E dopo due anni i risultati cominciano a vedersi, ad esempio nell’inversione di tendenza relativa agli studenti iscritti: “Negli ultimi cinque anni, prima dell’attuale governance, il calo delle matricole a Parma era stato del 36%. A distanza di due anni la crescita delle matricole a Parma è stata del 22,5%. Con questo dato l’Ateneo di Parma, nel 2015, è risultato primo in Italia nel recupero della perdita di matricole, che a livello nazionale è stato pari al 3,2%”, ha osservato il Rettore.Il miglioramento, ha sottolineato il Rettore, è generalizzato. Il grande lavoro fatto ha prodotto risultati evidenti pressoché in tutti i settori:• nelle strutture, nelle infrastrutture e nella sicurezza• nel rapporto con il territorio locale, regionale e nazionale• nella quantità e qualità dell’offerta formativa• nella quantità e qualità della ricerca, di base e applicata• nella quantità e qualità della terza missione• nell’efficienza ed efficacia amministrativa• nell’informatizzazione e nella dematerializzazione• nella semplificazione e nella deburocratizzazione• nella capacità di programmazione• nella performance delle strutture• nella produttività del corpo docente• nella produttività del personale tecnico-amministrativo• nella comunicazione e nell’ascolto• nell’ordine e nella pulizia degli spazi, interni ed esterni• nel rapporto con gli studenti• nell’offerta di maggiori opportunità per gli studenti• nei servizi agli studenti• nell’internazionalizzazione• nella credibilità, prestigio e reputazione dell’Ateneo• nella trasparenza e nell’etica• nel rapporto con i sindacati• nella consapevolezza di essere un grande motore culturale ed economico di essenziale importanza anche per lo sviluppo del territorio.Ora, ha insistito il Rettore, bisogna proseguire. “Si continuerà a lavorare – ha concluso - per diventare uno dei migliori Atenei d’Italia e d’Europa. Report "La rifondazione dell'Ateneo di Parma"