Workshop sulla qualità igienico-sanitaria delle carni di selvaggina cacciata

Parma, 1° giugno 2022 – Si è svolto nei giorni scorsi alla Corte di Giarola il workshop Qualità igienico-sanitaria delle carni di selvaggina cacciata: esperienze a confronto e proposte di gestione della filiera, organizzato dalla Scuola di Specializzazione in “Ispezione degli Alimenti di origine animale” dell’Università di Parma.  

All’evento, patrocinato dall’Ente Parchi e Biodiversità Emilia occidentale, dal GAL del Ducato e dall’Associazione Italiana Veterinari Igienisti, hanno partecipato 75 persone provenienti dalle Università di Parma, Perugia e Napoli, dalle AUSL di Parma, Reggio Emilia e Ferrara, dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e delle Venezie, dalle Aziende Territoriali Caccia e dai Centri Faunistico Venatori della provincia di Parma e di Piacenza, dal Corpo Forestale dello Stato e dagli enti patrocinatori. Numerose le presenze di studenti e studentesse del Corso di Laurea in Medicina Veterinaria e degli specializzandi del III anno della Scuola di Specializzazione in “Ispezione degli Alimenti di origine animale”. Il convegno è stato anche seguito a distanza da un’ottantina di persone del mondo accademico, del Servizio Sanitario Nazionale, del Ministero della Salute e di associazioni impegnate nel mondo faunistico-venatorio.

I lavori hanno avuto inizio dopo i saluti delle autorità: il Prorettore Vicario dell’Università di Parma Paolo Martelli, il Responsabile Settore Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica della Regione Emilia-Romagna Giuseppe Diegoli, la Sindaca di Collecchio Maristella Galli, il Presidente dell’Ente Parchi e Biodiversità Emilia-Occidentale Agostino Maggiali e il Vicepresidente del GAL del Ducato Alessandro Cardinali.  Tutti hanno hanno sottolineato la necessità di integrazione tra l’Università e gli Enti impegnati nella tutela della fauna selvatica per individuare idonee linee di intervento nella valorizzazione delle carni di selvaggina cacciata, che rappresentano un prodotto di pregio del territorio. Questa integrazione, si è sottolineato, dovrà sfociare in un percorso che valorizzi la filiera delle carni di selvaggina, responsabilizzando il cacciatore come primo anello e applicando controlli igienico-sanitari volti a garantire la migliore conservabilità e sanità dei prodotti.  

Sono intervenuti esponenti del mondo accademico, parmense e non (Silvia Bonardi, David Ranucci, Maria Francesca Peruzy), ma anche esperti di enti coinvolti nella tutela della fauna selvatica (Roberto Viganò) e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (Luca Bolzoni, Carlo Citterio, Virginia Filipello). I relatori hanno esposto i risultati delle loro ricerche sul controllo igienico-sanitario delle carni di cinghiale, capriolo e cervo in varie regioni italiane. Sia dalle relazioni sia dal confronto con i presenti in sala è emersa la necessità di migliorare la filiera agendo non solo sulla formazione dei cacciatori ma anche sul potenziamento delle strutture di ricezione delle carcasse degli animali cacciati, quali i centri di raccolta e i centri di lavorazione delle carni di selvaggina sul territorio. Il fine ultimo è rappresentato dall’immissione sul mercato di carni sostenibili di elevata qualità sanitaria, ottenute da animali che hanno vissuto vita libera e non hanno subito trattamenti con antibiotici o altri prodotti farmacologici.

In chiusura dei lavori Gian Maria Pisani del Gal del Ducato ha richiamato l’attenzione sulla necessità di collaborazione tra i vari anelli della catena alimentare, rappresentati in questo caso da cacciatori (operatori primari), strutture di lavorazione delle carni e Servizio Veterinario delle AUSL. L’intento comune potrà portare alla risoluzione delle attuali carenze e servirà da stimolo per trovare le soluzioni più adeguate per immettere sul mercato le carni della selvaggina di Parma e Piacenza tutelate da un marchio territoriale che le identifichi con chiarezza.